ITALIANO. IV Commissione Capitolare
SVILUPPO DEL VOCAZIONARIO NELLE REALTÀ MISSIONARIE
Presidente: P. Joseph Matthew Ojonugwa
Segretario: P. Leo Antony
Membri: P. Cornelius Ibeh, P. Adrien Andriamanana, P. Kasianus Nana, P. Anthony Nwoko, P. Rinu Kannampuzha e P. Hendrikus Lawi
Introduzione
Tutti i fedeli, in quanto membri del corpo di Cristo, hanno l’obbligo di cooperare nell’espansione e propagazione di questo corpo, affinché esso giunga quanto prima alla sua pienezza.
“Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 18-20).
Intorno a queste parole di Gesù ruota tutta la missione di evangelizzazione che Egli intende portare avanti.
Giovanni Paolo II, nell’enciclica Redemptoris Missio, scrive così: “La missione di Cristo Redentore, affidata alla Chiesa, è ancora ben lontana dal suo pieno compimento. Alla fine del secondo millennio, uno sguardo d’insieme all’umanità mostra che tale missione è ancora agli inizi e che dobbiamo impegnarci con tutte le nostre forze al suo servizio. È lo Spirito Missionario che ci spinge ad annunciare le grandi opere di Dio: ‘Non per me un vanto predicare il Vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il Vangelo’ (1Cor. 9, 16). A nome di tutta la Chiesa, sento il dovere imperioso di ripetere questo grido di san Paolo” (RM 11, Roma, 1990).
Per rispondere alla chiamata di Gesù e all’invito della Chiesa a partecipare alla missione che le è stata affidata, il P. Giustino desiderava una residenza vocazionista in ogni villaggio e in ogni angolo del mondo. Nel primo articolo delle Costituzioni, approvate dalla Santa Sede il 3 gennaio 1948, egli afferma che la Società delle Divine Vocazioni è “eminentemente missionaria”. Inizia raccomandando e incentivando i religiosi vocazionisti a svolgere il loro apostolato nei paesi non evangelizzati, tra gli eretici e gli scismatici. Tra questi popoli, i Vocazionisti devono sempre agire secondo il loro scopo, carisma e spiritualità, dedicandosi al reclutamento e alla formazione del clero indigeno, diocesano e religioso (cfr. P. LUDOVICO CAPUTO, lettera circolare: Spirito e Vita missionaria vocazionista, 2010).
Il 21 giugno 1932, pochi giorni dopo la sua visita a Papa Pio XI, P. Giustino scriveva: “La Società dell’Unione Divina abbraccia tutto il mondo, con il suo centro ed epicentro, con sfere e costellazioni, il nostro lavoro, campo e apostolato. Chi non ha la mente e il cuore per abbracciare tutto il mondo con l’Unione Divina e levare tutto il mondo per l’Unione Divina non è un Vocazionista” (cfr. P. LUDOVICO CAPUTO, lettera circolare: Spirito e Vita missionaria vocazionista, 2010, in P. ANTONIO POLITO, Un precursore del Vaticano II, Vitòria da Conquista, Bahia, p.188).
La missione è uno dei tre campi di apostolato della Società delle Divine Vocazioni. “La Congregazione Vocazionista, come figlia della Chiesa che vive in questo tempo ed è missionaria per natura, opera ed è sempre pronta a fare apostolato nella missione ad gentes” (Costituzioni, art. 21). La nostra Congregazione ha come oggetto di santificazione il mondo universale e vede il mondo intero come il grande santuario di Dio. Pertanto, uscire per promuovere la santificazione universale non deve essere per un religioso vocazionista una tortura, ma la sua vocazione e missione. In linea con la missione del Verbo, della Chiesa e del P. Giustino, un vocazionista è:
a. Missionario per natura: La Congregazione è eminentemente missionaria e ogni religioso vocazionista è missionario per natura. Egli coopera e partecipa alla missione della Chiesa secondo il carisma vocazionista. Se la missione è uno dei nostri campi di apostolato e la congregazione è eminentemente missionaria, essere missionario non è un’esclusività per pochi, ma sigillo e impronta di tutti (cfr. P. ANTONIO RAFAEL DO NASCIMENTO, lettera circolare: passione per la missione, Roma, 2019).
b. Disponibile e pronto: Nel pensiero del Padre Fondatore, i vocazionisti sono come servi pronti a partire e aspettano solo un ordine: la Società delle Divine Vocazioni si prepara ed è sempre pronta a partire, con il cenno del Santo Padre il Papa, anche verso paesi non evangelizzati e nuove comunità per impiantare il suo vocazionario e altre opere, anche nel nome e al servizio della missione di altri (cfr. P. GIUSTINO RUSSOLILLO, Costituzioni in opera vol. 22, nn. 1023-1024). Disponibilità e prontezza a partire senza “se” e senza “ma”, docili allo Spirito che è contrario all’immobilismo, alla staticità (cfr. P. ANTONIO RAFAEL DO NASCIMENTO, lettera circolare: passione per la missione, Roma, 2019).
c. Pieno di amore e gratuità: L’amore deve essere il vero impulso della missione. Gli Apostoli rimarranno sempre modelli di missione per tutti i tempi. Essi furono perseguitati non solo da dove partirono ma anche nel luogo di arrivo, ma furono ugualmente felici di testimoniare Cristo crocifisso (cfr. P. ANTONIO RAFAEL DO NASCIMENTO, lettera circolare: passione per la missione, Roma, 2019).
Nella cultura moderna di oggi, dobbiamo adattarci ad alcuni cambiamenti nella nostra visione del vocazionario. Il vocazionario non è una realtà in molte culture odierne a causa delle leggi di salvaguardia e delle limitazioni. Non può essere solo un centro di promozione vocazionale, ma anche un centro giovanile e missionario per indirizzare i giovani alla loro vocazione. Il vocazionario dovrebbe presentare un programma adeguato all’età e al livello culturale dei candidati (Direttorio Art. 8).
LINEE GUIDA
Non dovremmo avere paura della crescita dei Vocazionari nelle missioni.
RACCOMANDAZIONE
Per il bene del Vocazionario e della congregazione in generale, non dovremmo accettare candidati che abbiano fatto due o più esperienze con altre congregazioni e diocesi, poiché ciò crea più problemi in futuro e ostacola lo sviluppo.
Dopo aver ottenuto una lettera di valutazione dalle autorità competenti, dovrebbe esserci una ulteriore discussione e indagine con il vescovo o il superiore da cui proviene il candidato. Molti vescovi e superiori non sono a loro agio nello scrivere i problemi principali del candidato, ma sono sempre aperti alla discussione, dove possono confidarci la vera situazione e realtà del candidato.
Per assistere i Vocazionari nelle missioni, specialmente dove abbiamo vocazioni, i nostri confratelli dovrebbero essere autorizzati a studiare e specializzarsi nei campi strategici e nelle università per la crescita, il progresso e il buon futuro della nostra Congregazione.
L’obiettivo principale della Congregazione Vocazionista dovrebbe essere che ogni missione vocazionista cresca e si sviluppi. Pertanto, prima di trasferire un religioso da quella missione a un’altra, si dovrebbe considerare innanzitutto se quella particolare missione ha risorse sufficienti. Ad esempio, la Colombia.
Secondo le Costituzioni della Società delle Divine Vocazioni, articolo 21, “In obbedienza al comando evangelico: ‘Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato’ (Mt 28,19-20), la congregazione, come figlia della Chiesa che vive nel mondo temporale ed essendo missionaria per natura, opera e si prepara sempre all’azione apostolica nelle missioni ad gentes.” La natura missionaria della congregazione deve riflettersi in ogni realtà in cui siamo stabiliti. Questo significa che i Vocazionisti devono essere aperti alle missioni. Andare in missione nella nostra congregazione non è riservato solo a chi proviene dalla Nigeria, dall’India, dall’Indonesia, dal Madagascar, dalla Colombia, dalle Filippine e da altre realtà al di fuori delle province italiane e brasiliane; ma, di fatto, è destinato a tutti. È triste notare che missioni come la provincia italiana non adempiono alle realtà missionarie della congregazione. Questa commissione desidera vedere più Vocazionisti italiani prepararsi ed essere inviati in missione.
Come riportato nel Vademecum per i missionari Vocazionisti, i confratelli inviati ai Vocationari missionari dovrebbero essere tra i migliori. Devono amare il luogo in cui si recano, in particolare la cultura, le tradizioni e le persone.
ORDINANZA
Dalla Commissione per lo Sviluppo del Vocationario nelle realtà missionarie, ai membri del XVI capitolo.
Conoscendo e comprendendo molto bene il vero significato di ciò che è giusto, equo e corretto; e nello spirito di sostenere e costruire le missioni, noi membri di questa commissione, insieme a molti altri confratelli presenti qui in questo capitolo, proponiamo che il 10% degli stipendi dei nostri confratelli in missione sia inviato alla loro missione o paese d’origine. Molte congregazioni hanno iniziato a farlo già da tempo. Questo significa che le missioni possono essere mantenute e costruite gradualmente senza un eccessivo onere finanziario per la Curia Generale.
Preghiamo che tutti i membri del Capitolo sostengano questa proposta affinché possa essere approvata come Ordinanza per il prossimo governo nella Società delle Divine Vocazioni.
Conclusione
Il Vocationario e la missione sono due ambiti dell’azione dei Vocazionisti. Sia il Vocationario che la missione godono di una relazione reciproca. Sono interdipendenti. Il Vocationario prepara e fornisce risorse umane per le missioni e le missioni forniscono sostentamento materiale e candidati per il Vocationario. Il Vocationario (Deus Caritas) di Pianura è la madre di tutti i Vocationari Vocazionisti nel mondo. È la madre di molti figli. Siamo certi che Padre Giustino è molto felice che il piccolo seme piantato a Pianura molti anni fa sia oggi di fama internazionale. Ogni genitore è felice di vedere i propri figli crescere e le sue preghiere e desideri sono che essi progrediscano, prosperino e abbiano più successo di loro. Non ne hanno paura, non tagliano loro le code e le ali. I genitori nutrono i figli e i figli nutrono e si prendono cura dei genitori nella loro vecchiaia.
Pensiamo che sia ciò che sta accadendo ora nella congregazione. I Vocazionisti italiani hanno sostenuto le missioni a partire dal Brasile e ora saranno le altre missioni a nutrirla. Questa è la legge della natura. Nessuno può farci nulla.
ENGLISH. FOURTH CHAPTER COMMITTEE
DEVELOPMENT OF THE VOCATIONARY IN MISSIONARY REALITIES
President: Fr. Joseph Matthew Ojonugwa
Secretary: Fr. Leo Antony
Members: Fr. Cornelius Ibeh, Fr. Adrien Andriamanana, Fr. Kasianus Nana, Fr. Anthony Nwoko, Fr. Rinu Kannampuzha and Fr. Hendrikus Lawi
Introduction
All the faithful, as members of the body of Christ, have an obligation to cooperate in the expansion and propagation of his body, in order to bring him as soon as possible to fullness.
“Go therefore and teach all nations, baptizing them in the name of the Father and of the Son and of the Holy Spirit, teaching them to keep all that I have commanded you.. Behold, I am with you every day, until the end of the world” (Mt. 28, 18-20).
Around these words of Jesus revolves the whole mission of evangelization that he intends to carry on.
John Paul II in the encyclical Redemptoris Missio wrote thus: “The mission of Christ the redeemer, entrusted to the Church, is still far from its fulfilment. At the end of the second millennium, an overview of humanity shows that this mission is still in its infancy and that we must commit ourselves with all our might to its service.. It is the Missionary Spirit that urges us to announce God’s great works: “Not for me a boast to preach the gospel; it is a duty for me: woe betide me if I do not preach the gospel” (1Cor. 9, 16). On behalf of the whole Church, I feel an imperious duty to repeat this cry of St. Paul” (RM 11, Roma, 1990).
To answer Jesus’ call and the Church’s invitation to participate in the mission entrusted to her, Fr. Justin wanted a vocationist residence in every village and in every corner of the world. In the first article of the constitutions, approved by the Holy See on January 3, 1948, he states that the Society of Divine Vocations is “eminently missionary”. He begins by recommending and incentivizing vocationist religious to perform their apostolate in unevangelised countries, heretics and schismatics. Among these peoples, the Vocationists must always act according to their own goal, charism and spirituality, dedicate themselves to the recruitment and formation of the indigenous clergy, diocesan and religious (cfr. P. LUDOVICO CAPUTO, lettera circolare: Spirito e Vita missionaria vocazionista, 2010).
On 21 June 1932, few days after his visit to Pope Pius XI, Fr. Justin wrote: “The Society of Divine Union embraces the whole world, with its center and epicenter, with spheres and constellations, our work, field and apostolate. Who does not have the mind and heart to embrace the whole world with Divine Union and leverage the whole world for Divine Union is not a Vocationist” (P. LUDOVICO CAPUTO, lettera circolare: Spirito e Vita missionaria vocazionista, 2010, in P. ANTONIO POLITO, um precursor do Vaticano 11, Vitòria da Conquista, Bahia p.188).
Mission is one of the three fields of apostolate of the Society of Divine Vocations. “The Vocationist Congregation, as a daughter of the church that lives in this time and is missionary by nature, works and is always ready to do apostolate in the mission ad gentes” (Costituzioni, art. 21). Our Congregation has as its object of sanctification the universal world and sees the whole world as the great sanctuary of God. Therefore, to go out to promote universal sanctification must not be for a vocationist religious a torture but his vocation and mission. In line with the mission of the Word, the Church and Fr. Justin, a vocationist is:
a. Missionary by nature: The Congregation is eminently missionary and every vocationist religious is missionary by nature. He cooperates with and participates in the mission of the church according to the vocationist charism. If mission is one of our fields of apostolate and the congregation is eminently missionary, to be a missionary is not an exclusivity for the few but seal and imprint of all (cfr. P. ANTONIO RAFAEL DO NASCIMENTO, lettera circolare: passione per la missione, Roma, 2019).
b. Available and ready: In the thought of the Father Founder, vocationists are like servants ready to leave and waiting only for an order: the Society of Divine Vocations prepares and is always ready to go, with the nods of the Holy Father the Pope, even to unevangelized countries and new communities to implant its vocationary and other works, even in the name and service of the mission of others (cfr. P. GIUSTINO RUSSOLILLO, Costituzioni in opera vol. 22, nn. 1023-1024). Availability and readiness to leave without “if” and without “but”, docile to the Spirit that is contrary to immobility, staticity. (cfr. P. ANTONIO RAFAEL DO NASCIMENTO, lettera circolare: passione per la missione, Roma, 2019).
c. Full of love and gratuitousness: Love must be the true thrust of mission. The Apostles will always remain mission models for all time. They were persecuted not only from where they took off but also in the place of arrival, but they were equally happy to witness to the crucified Christ (cfr. P. ANTONIO RAFAEL DO NASCIMENTO, lettera circolare: passione per la missione, Roma, 2019).
In today’s modern culture, we need to adapt to some changes in our vision of the vocationary. Vocationary is not a reality in today’s many cultures because of the safeguarding laws and limitations. It cannot be just a vocation promotion center but also youth and mission center to direct the youth to their own vocation. The Vocationary should present a program that is appropriate to the age and cultural level of the candidates. (Directory Art. 8)
GUIDELINES
- We shouldn’t be afraid of the growth of the Vocationaries in the mission.
RECOMENDATION
- We should not accept the candidates who have done two or more experiences with other congregations and dioceses for the good of the Vocationary and the congregation at large as this creates more problems in the future and hinders the development.
- After obtaining a letter of evaluation from the respective authorities, there should be further discussion and investigation with the bishop or the superior where the candidate come from. Many bishops and superiors are not comfortable writing down the main issues with the candidate but they are always open to discussion where they may confide in us the true situation and reality of the candidate.
- To assist the Vocationaries in the missions, especially where we have vocations. our confreres should be allowed to study and specialise in the strategic fields and in the universities for the growth, progress and the good future of our Congregation.
- The main aim of the Vocationist Congregation should be every Vocationist mission grows and develops. Therefore before taking away a religious from that mission to another mission, that particular mission should be considered first whether they have enough. For example Colombia.
- According to the Constitutions of the Society of Divine Vocations article 21, “In obedience to the evangelical command: “Go then, to all peoples everywhere and make them my disciples. Baptize them in the name of the Father, the Son and the Holy Spirit, and teach them to obey everything I have commanded you” (Mt 28:19-20) the congregation, as a child of the church living in a temporal world and being missionary by nature, works for and is always prepared for apostolic action in the missions ad gentes.” The missionary nature of the congregation should be reflected in every reality wherever we are established. This means Vocationist should be open for missions. Going on mission in our congregation is not meant only for those who are from Nigeria, India, Indonesia, Madagascar, Colombia, Philippines and other realities outside the Italian and Brazilian provinces; but as a matter of fact, meant for everyone. It is sad to note that such missions like Italian province don’t fulfil the missionary realities of the congregation. This commission wishes to see more Italian Vocationists being prepared and sent to missions.
- As we have in Vademecum for the Vocationist missionaries, confreres who are being sent out to the mission Vocationaries, should be among the best. They must love the place they are going to, especially the culture, traditions and the people.
ORDINANCE
From the Commission on the Development of the Vocationary in missionary realities, to the XVI chapter members.
Knowing and understanding very well, the true meaning of what is right, just and fair; and in the spirit of supporting and building up the missions, we members of this committee together with many other confreres present here in this chapter, propose that 10% of salaries of our confreres on missions should be sent to their home mission or country. Many congregations have started this earlier before now. This means that missions can gradually be maintained and built up easily without much financial burden on the General Curia.
We pray all the Chapter members will support this proposal for easy passing as an Ordinance for the next government in the Society of Divine Vocation.
Conclusion
The Vocationary and mission are two fields of the action of the Vocationists. Both the Vocationary and mission enjoy a mutual relationship. They are inter-dependent. The Vocationary prepares and supplies human resources to missions and the missions provide material sustenance and candidates for the Vocationary. The Vocationary (Deus Charitas) in Pianura is the mother of all the Vocationist vocationaries in the world. She is the mother of many children. We are sure that Fr. Justin is very happy that the small seed sowed in Pianura many years ago is today of international repute. Every parent is happy to see his or her children grow and his or her prayers and wishes are that they progress, prosper and become more successful than them. They are not afraid of them, they don’t cut their tails and wings. Parents feed the children and children feed and take care of the parents in their old age.
We think that is what’s happening now in the congregation. Italian vocationists bore the rest of the missions beginning with Brazil and now it is the rest of the missions that will feed her. That’s the law of nature. Nobody can do anything about it.
ESPANOL. IV Comisión Capitular
DESARROLLO DEL VOCACIONARIO EN LAS REALIDADES MISIONERAS
Presidente: P. Joseph Matthew Ojonugwa
Secretario: P. Leo Antony
Miembros: P. Cornelius Ibeh, P. Adrien Andriamanana, P. Kasianus Nana, P. Anthony Nwoko, P. Rinu Kannampuzha y P. Hendrikus Lawi
Introducción
Todos los fieles, como miembros del cuerpo de Cristo, tienen la obligación de cooperar en la expansión y propagación de este cuerpo, para que llegue lo antes posible a su plenitud.
“Id, pues, y haced discípulos a todas las naciones, bautizándolos en el nombre del Padre, y del Hijo, y del Espíritu Santo, enseñándoles a guardar todo lo que os he mandado. Y he aquí, yo estoy con vosotros todos los días, hasta el fin del mundo” (Mt 28, 18-20).
Toda la misión de evangelización que Jesús desea llevar a cabo gira en torno a estas palabras suyas.
Juan Pablo II, en la encíclica Redemptoris Missio, escribe: “La misión de Cristo Redentor, confiada a la Iglesia, está aún muy lejos de su pleno cumplimiento. Al final del segundo milenio, una visión global de la humanidad muestra que esta misión está aún en sus comienzos y que debemos comprometernos con todas nuestras fuerzas a su servicio. Es el Espíritu Misionero el que nos impulsa a anunciar las grandes obras de Dios: ‘No es para mí un motivo de gloria predicar el Evangelio; es para mí una obligación: ¡ay de mí si no predicara el Evangelio!’ (1 Cor. 9, 16). En nombre de toda la Iglesia, siento el deber imperioso de repetir este grito de san Pablo” (RM 11, Roma, 1990).
Para responder al llamado de Jesús y a la invitación de la Iglesia a participar en la misión que se le ha confiado, el P. Giustino deseaba una residencia vocacionista en cada aldea y en cada rincón del mundo. En el primer artículo de las Constituciones, aprobadas por la Santa Sede el 3 de enero de 1948, él afirma que la Sociedad de las Divinas Vocaciones es “eminentemente misionera”. Comienza recomendando e incentivando a los religiosos vocacionistas a realizar su apostolado en los países no evangelizados, entre los herejes y los cismáticos. Entre estos pueblos, los Vocacionistas deben siempre actuar según su propósito, carisma y espiritualidad, dedicándose al reclutamiento y a la formación del clero indígena, diocesano y religioso (cf. P. LUDOVICO CAPUTO, carta circular: Espíritu y Vida misionera vocacionista, 2010).
El 21 de junio de 1932, pocos días después de su visita al Papa Pío XI, P. Giustino escribía: “La Sociedad de la Unión Divina abraza a todo el mundo, con su centro y epicentro, con esferas y constelaciones, nuestro trabajo, campo y apostolado. Quien no tiene la mente y el corazón para abrazar a todo el mundo con la Unión Divina y levantar a todo el mundo para la Unión Divina no es un Vocacionista” (cf. P. LUDOVICO CAPUTO, carta circular: Espíritu y Vida misionera vocacionista, 2010, en P. ANTONIO POLITO, Un precursor del Vaticano II, Vitòria da Conquista, Bahia, p.188).
La misión es uno de los tres campos de apostolado de la Sociedad de las Divinas Vocaciones. “La Congregación Vocacionista, como hija de la Iglesia que vive en este tiempo y es misionera por naturaleza, opera y está siempre lista para hacer apostolado en la misión ad gentes” (Constituciones, art. 21). Nuestra Congregación tiene como objeto de santificación el mundo universal y ve al mundo entero como el gran santuario de Dios. Por lo tanto, salir a promover la santificación universal no debe ser para un religioso vocacionista una tortura, sino su vocación y misión. En consonancia con la misión del Verbo, de la Iglesia y del P. Giustino, un vocacionista es:
a. Misionero por naturaleza: La Congregación es eminentemente misionera y todo religioso vocacionista es misionero por naturaleza. Coopera y participa en la misión de la Iglesia según el carisma vocacionista. Si la misión es uno de nuestros campos de apostolado y la congregación es eminentemente misionera, ser misionero no es una exclusividad para unos pocos, sino un sello y una impronta de todos (cf. P. ANTONIO RAFAEL DO NASCIMENTO, carta circular: pasión por la misión, Roma, 2019).
b. Disponible y listo: En el pensamiento del Padre Fundador, los vocacionistas son como siervos listos para partir y solo esperan una orden: la Sociedad de las Divinas Vocaciones se prepara y está siempre lista para partir, con la señal del Santo Padre el Papa, incluso hacia países no evangelizados y nuevas comunidades para implantar su vocacionario y otras obras, incluso en el nombre y al servicio de la misión de otros (cf. P. GIUSTINO RUSSOLILLO, Constituciones en obra vol. 22, nn. 1023-1024). Disponibilidad y prontitud para partir sin “peros”, dóciles al Espíritu que es contrario al inmovilismo, a la estática (cf. P. ANTONIO RAFAEL DO NASCIMENTO, carta circular: pasión por la misión, Roma, 2019).
c. Lleno de amor y gratuidad: El amor debe ser el verdadero impulso de la misión. Los Apóstoles seguirán siendo siempre modelos de misión para todos los tiempos. Fueron perseguidos no solo desde donde partieron sino también en el lugar de llegada, pero fueron igualmente felices de testimoniar a Cristo crucificado (cf. P. ANTONIO RAFAEL DO NASCIMENTO, carta circular: pasión por la misión, Roma, 2019).
En la cultura moderna de hoy, debemos adaptarnos a algunos cambios en nuestra visión del vocacionario. El vocacionario no es una realidad en muchas culturas actuales debido a las leyes de salvaguardia y las limitaciones. No puede ser solo un centro de promoción vocacional, sino también un centro juvenil y misionero para dirigir a los jóvenes hacia su vocación. El vocacionario debería presentar un programa adecuado a la edad y al nivel cultural de los candidatos (Directorio Art. 8).
LINEAMIENTOS
No deberíamos tener miedo al crecimiento de los Vocacionarios en las misiones.
RECOMENDACIÓN
Para el bien del Vocacionario y de la congregación en general, no deberíamos aceptar candidatos que hayan tenido dos o más experiencias con otras congregaciones y diócesis, ya que esto crea más problemas en el futuro y obstaculiza el desarrollo.
Después de obtener una carta de evaluación de las autoridades competentes, debería haber una discusión e investigación adicional con el obispo o el superior de donde proviene el candidato. Muchos obispos y superiores no se sienten cómodos escribiendo los problemas principales del candidato, pero siempre están abiertos a la discusión, donde pueden confiarnos la verdadera situación y realidad del candidato.
Para asistir a los Vocacionarios en las misiones, especialmente donde tenemos vocaciones, nuestros hermanos deberían ser autorizados a estudiar y especializarse en campos estratégicos y en universidades para el crecimiento, el progreso y el buen futuro de nuestra Congregación.
El objetivo principal de la Congregación Vocacionista debería ser que cada misión vocacionista crezca y se desarrolle. Por lo tanto, antes de transferir a un religioso de esa misión a otra, se debería considerar primero si esa misión particular tiene recursos suficientes. Por ejemplo, Colombia.
Según las Constituciones de la Sociedad de las Divinas Vocaciones, artículo 21, “En obediencia al mandato evangélico: ‘Id, pues, y haced discípulos a todos los pueblos, bautizándolos en el nombre del Padre, del Hijo y del Espíritu Santo, enseñándoles a guardar todo lo que os he mandado’ (Mt 28,19-20), la congregación, como hija de la Iglesia que vive en el mundo temporal y siendo misionera por naturaleza, opera y siempre se prepara para la acción apostólica en las misiones ad gentes.” La naturaleza misionera de la congregación debe reflejarse en cada realidad en la que estamos establecidos. Esto significa que los Vocacionistas deben estar abiertos a las misiones. Ir en misión en nuestra congregación no está reservado solo a quienes provienen de Nigeria, India, Indonesia, Madagascar, Colombia, Filipinas y otras realidades fuera de las provincias italianas y brasileñas; sino que, de hecho, está destinado a todos. Es triste notar que misiones como la provincia italiana no cumplen con las realidades misioneras de la congregación. Esta comisión desea ver a más Vocacionistas italianos preparándose y siendo enviados en misión.
Como se informa en el Vademécum para los misioneros Vocacionistas, los hermanos enviados a los Vocacionarios misioneros deberían ser de los mejores. Deben amar el lugar al que se dirigen, en particular la cultura, las tradiciones y las personas.
ORDENANZA
De la Comisión para el Desarrollo del Vocationario en las realidades misioneras, a los miembros del XVI Capítulo.
Conociendo y comprendiendo muy bien el verdadero significado de lo que es justo, equitativo y correcto; y en el espíritu de apoyar y construir las misiones, nosotros, miembros de esta comisión, junto con muchos otros confrades presentes en este capítulo, proponemos que el 10% de los salarios de nuestros confrades en misión sea enviado a su misión o país de origen. Muchas congregaciones han comenzado a hacerlo desde hace tiempo. Esto significa que las misiones pueden ser mantenidas y construidas gradualmente sin una carga financiera excesiva para la Curia General.
Oramos para que todos los miembros del Capítulo apoyen esta propuesta para que pueda ser aprobada como Ordenanza para el próximo gobierno en la Sociedad de las Divinas Vocaciones.
Conclusión
El Vocationario y la misión son dos ámbitos de la acción de los Vocacionistas. Tanto el Vocationario como la misión disfrutan de una relación recíproca. Son interdependientes. El Vocationario prepara y proporciona recursos humanos para las misiones, y las misiones proporcionan sustento material y candidatos para el Vocationario. El Vocationario (Deus Caritas) de Pianura es la madre de todos los Vocationarios Vocacionistas en el mundo. Es la madre de muchos hijos. Estamos seguros de que el Padre Giustino está muy feliz de que la pequeña semilla plantada en Pianura hace muchos años sea hoy de renombre internacional. Cada padre está feliz de ver a sus hijos crecer y sus oraciones y deseos son que ellos avancen, prosperen y tengan más éxito que él. No les teme, no les corta las colas ni las alas. Los padres nutren a los hijos y los hijos nutren y cuidan a los padres en su vejez.
Pensamos que esto es lo que está ocurriendo ahora en la congregación. Los Vocacionistas italianos han apoyado las misiones a partir de Brasil y ahora serán las otras misiones las que la nutran. Esta es la ley de la naturaleza. Nadie puede hacer nada al respecto.ù
PORTUGUES. IV Comissão Capitular
DESENVOLVIMENTO DO VOCACIONÁRIO NAS REALIDADES MISSIONÁRIAS
Presidente: P. Joseph Matthew Ojonugwa
Secretário: P. Leo Antony
Membros: P. Cornelius Ibeh, P. Adrien Andriamanana, P. Kasianus Nana, P. Anthony Nwoko, P. Rinu Kannampuzha e P. Hendrikus Lawi
Introdução
Todos os fiéis, como membros do corpo de Cristo, têm o dever de cooperar na expansão e propagação deste corpo, para que ele atinja o mais rápido possível a sua plenitude.
“Portanto, ide e ensinai todas as nações, batizando-as em nome do Pai, do Filho e do Espírito Santo, ensinando-as a guardar tudo o que vos tenho mandado. E eis que eu estou convosco todos os dias, até a consumação dos séculos” (Mt 28, 18-20).
Em torno dessas palavras de Jesus gira toda a missão de evangelização que Ele pretende levar adiante.
João Paulo II, na encíclica Redemptoris Missio, escreve: “A missão de Cristo Redentor, confiada à Igreja, está ainda longe de seu pleno cumprimento. No final do segundo milênio, uma visão geral da humanidade mostra que tal missão está ainda no início e que devemos empenhar-nos com todas as nossas forças ao seu serviço. É o Espírito Missionário que nos impulsiona a anunciar as grandes obras de Deus: ‘Não me gloriarei de pregar o Evangelho; é um dever para mim: ai de mim se não pregasse o Evangelho’ (1Cor. 9, 16). Em nome de toda a Igreja, sinto o dever imperioso de repetir este clamor de São Paulo” (RM 11, Roma, 1990).
Para responder ao chamado de Jesus e ao convite da Igreja para participar da missão que lhe foi confiada, o P. Giustino desejava uma residência vocacionista em cada vila e em cada canto do mundo. No primeiro artigo das Constituições, aprovadas pela Santa Sé em 3 de janeiro de 1948, ele afirma que a Sociedade das Divinas Vocações é “eminente mente missionária”. Começa recomendando e incentivando os religiosos vocacionistas a exercerem seu apostolado nos países não evangelizados, entre hereges e cismáticos. Entre esses povos, os Vocacionistas devem sempre agir de acordo com seu propósito, carisma e espiritualidade, dedicando-se ao recrutamento e à formação do clero indígena, diocesano e religioso (cf. P. LUDOVICO CAPUTO, carta circular: Espírito e Vida missionária vocacionista, 2010).
Em 21 de junho de 1932, poucos dias após sua visita ao Papa Pio XI, P. Giustino escrevia: “A Sociedade da União Divina abraça todo o mundo, com seu centro e epicentro, com esferas e constelações, nosso trabalho, campo e apostolado. Quem não tem mente e coração para abraçar todo o mundo com a União Divina e elevar todo o mundo para a União Divina não é um Vocacionista” (cf. P. LUDOVICO CAPUTO, carta circular: Espírito e Vida missionária vocacionista, 2010, em P. ANTONIO POLITO, Um precursor do Vaticano II, Vitória da Conquista, Bahia, p.188).
A missão é um dos três campos de apostolado da Sociedade das Divinas Vocações. “A Congregação Vocacionista, como filha da Igreja que vive neste tempo e é missionária por natureza, opera e está sempre pronta a fazer apostolado na missão ad gentes” (Constituições, art. 21). Nossa Congregação tem como objetivo a santificação do mundo universal e vê o mundo inteiro como o grande santuário de Deus. Portanto, sair para promover a santificação universal não deve ser para um religioso vocacionista um sofrimento, mas sua vocação e missão. Em conformidade com a missão do Verbo, da Igreja e do P. Giustino, um vocacionista é:
a. Missionário por natureza: A Congregação é eminentemente missionária e cada religioso vocacionista é missionário por natureza. Ele coopera e participa da missão da Igreja de acordo com o carisma vocacionista. Se a missão é um de nossos campos de apostolado e a congregação é eminentemente missionária, ser missionário não é uma exclusividade de poucos, mas um selo e uma marca de todos (cf. P. ANTONIO RAFAEL DO NASCIMENTO, carta circular: paixão pela missão, Roma, 2019).
b. Disponível e pronto: No pensamento do Pai Fundador, os vocacionistas são como servos prontos para partir e aguardam apenas uma ordem: a Sociedade das Divinas Vocações se prepara e está sempre pronta para partir, com o sinal do Santo Padre, o Papa, também para países não evangelizados e novas comunidades para implantar seu vocacionário e outras obras, mesmo em nome e a serviço da missão de outros (cf. P. GIUSTINO RUSSOLILLO, Constituições em obra vol. 22, nn. 1023-1024). Disponibilidade e prontidão para partir sem “se” e sem “mas”, dóceis ao Espírito que é contrário ao imobilismo e à estaticidade (cf. P. ANTONIO RAFAEL DO NASCIMENTO, carta circular: paixão pela missão, Roma, 2019).
c. Cheio de amor e gratuidade: O amor deve ser o verdadeiro impulso da missão. Os Apóstolos sempre serão modelos de missão para todos os tempos. Eles foram perseguidos não apenas de onde partiram, mas também no local de chegada, mas foram igualmente felizes em testemunhar Cristo crucificado (cf. P. ANTONIO RAFAEL DO NASCIMENTO, carta circular: paixão pela missão, Roma, 2019).
Na cultura moderna de hoje, devemos adaptar-nos a algumas mudanças em nossa visão do vocacionário. O vocacionário não é uma realidade em muitas culturas atuais devido às leis de proteção e limitações. Não pode ser apenas um centro de promoção vocacional, mas também um centro juvenil e missionário para direcionar os jovens à sua vocação. O vocacionário deve apresentar um programa adequado à idade e ao nível cultural dos candidatos (Diretório Art. 8).
LINHAS DE ORIENTAÇÃO
Não devemos ter medo do crescimento dos Vocacionários nas missões.
RECOMENDAÇÃO
Para o bem do Vocacionário e da congregação em geral, não devemos aceitar candidatos que tenham feito duas ou mais experiências com outras congregações e dioceses, pois isso cria mais problemas no futuro e dificulta o desenvolvimento.
Após obter uma carta de avaliação das autoridades competentes, deve haver uma discussão e investigação adicional com o bispo ou superior de onde o candidato vem. Muitos bispos e superiores não se sentem confortáveis em escrever os problemas principais do candidato, mas estão sempre abertos à discussão, onde podem nos confidenciar a verdadeira situação e realidade do candidato.
Para assistir os Vocacionários nas missões, especialmente onde temos vocações, nossos confrades devem ser autorizados a estudar e especializar-se nas áreas estratégicas e nas universidades para o crescimento, progresso e bom futuro de nossa Congregação.
O objetivo principal da Congregação Vocacionista deve ser que cada missão vocacionista cresça e se desenvolva. Portanto, antes de transferir um religioso daquela missão para outra, deve-se considerar primeiramente se aquela missão particular tem recursos suficientes. Por exemplo, a Colômbia.
De acordo com as Constituições da Sociedade das Divinas Vocações, artigo 21, “Em obediência ao mandamento evangélico: ‘Ide, portanto, e fazei discípulos de todas as nações, batizando-as em nome do Pai, do Filho e do Espírito Santo, ensinando-as a observar tudo o que vos tenho mandado’ (Mt 28,19-20), a congregação, como filha da Igreja que vive no mundo temporal e sendo missionária por natureza, opera e se prepara sempre para a ação apostólica nas missões ad gentes.” A natureza missionária da congregação deve se refletir em cada realidade onde estamos estabelecidos. Isso significa que os Vocacionistas devem estar abertos às missões. Ir para a missão em nossa congregação não está reservado apenas para aqueles que vêm da Nigéria, Índia, Indonésia, Madagascar, Colômbia, Filipinas e outras realidades fora das províncias italianas e brasileiras; mas, de fato, é destinado a todos. É triste notar que missões como a província italiana não cumprem as realidades missionárias da congregação. Esta comissão deseja ver mais Vocacionistas italianos se preparando e sendo enviados em missão.
Como relatado no Vademecum para os missionários Vocacionistas, os confrades enviados aos Vocationari missionários devem ser entre os melhores. Devem amar o lugar para o qual vão, especialmente a cultura, as tradições e as pessoas.
ORDENANÇA
Da Comissão para o Desenvolvimento do Vocationario nas realidades missionárias, aos membros do XVI Capítulo.
Conhecendo e compreendendo muito bem o verdadeiro significado do que é justo, equitativo e correto; e no espírito de apoiar e construir as missões, nós, membros desta comissão, juntamente com muitos outros confrades presentes neste capítulo, propomos que 10% dos salários de nossos confrades em missão sejam enviados para a sua missão ou país de origem. Muitas congregações já começaram a fazer isso há algum tempo. Isso significa que as missões podem ser mantidas e construídas gradualmente sem um ônus financeiro excessivo para a Cúria Geral.
Oramos para que todos os membros do Capítulo apoiem esta proposta para que possa ser aprovada como Ordenança para o próximo governo na Sociedade das Divinas Vocacões.
Conclusão
O Vocationario e a missão são dois âmbitos da ação dos Vocacionistas. Tanto o Vocationario quanto a missão desfrutam de uma relação recíproca. São interdependentes. O Vocationario prepara e fornece recursos humanos para as missões e as missões fornecem sustento material e candidatos para o Vocationario. O Vocationario (Deus Caritas) de Pianura é a mãe de todos os Vocationarios Vocacionistas no mundo. É a mãe de muitos filhos. Estamos certos de que o Padre Giustino está muito feliz por ver que a pequena semente plantada em Pianura há muitos anos hoje é de fama internacional. Todo pai ou mãe se alegra ao ver seus filhos crescerem e suas preces e desejos são que eles progridam, prosperem e tenham mais sucesso do que eles. Não têm medo disso, não lhes cortam as caudas e as asas. Os pais alimentam os filhos e os filhos alimentam e cuidam dos pais na velhice.
Pensamos que é o que está acontecendo agora na congregação. Os Vocacionistas italianos sustentaram as missões a partir do Brasil e agora serão as outras missões a sustentá-la. Esta é a lei da natureza. Ninguém pode nos fazer nada.